REPORTAGE AMATRICE. MARCO PEZZOPANE: ECCO COME I GIOVANI IMPRENDITORI ITALIANI AIUTANO AMATRICE
Papa Giovanni XXIII aveva detto: «Molti oggi parlano dei giovani; ma non molti, ci pare, parlano ai giovani». Eppure hanno molto da dire, e da fare. Possono fare tanto di più, peraltro, animati da un senso della vita più vincente, costruito sulle credenze e sui valori, ma soprattutto sull’età che dà loro la forza di lottare di più. Così, ad Amatrice, molti sono stati i giovani che si sono impegnati a risolvere problemi, di ogni tipo e natura. Ne scegliamo uno che ne rappresenta molti, Marco Pezzopane, presidente del Gruppo dei Giovani Imprenditori di Rieti, che dal giorno del sisma lavora per alleviare le sofferenze pratiche delle popolazioni del luogo, di sua competenza territoriale. Aquilano, ha già provato sulla sua pelle cosa sia un terremoto a casa propria. La raccolta fondi dei Giovani Imprenditori di tutta Italia è avvenuta ed avviene giornalmente attraverso eventi e gruppi su WhatsApp, nelle forme più moderne, ma anche con la presenza costante sul posto. Questi under 40 hanno contribuito a far giocare i bambini della scuola amatriciana e sono intervenuti pragmaticamente su ogni esigenza fatta loro presente, per il tramite di Pezzopane, dal Centro operativo comunale di Amatrice.
Domanda. Innanzitutto, cos’è il Gruppo Giovani Imprenditori?
Risposta. Il Gruppo riunisce tutti coloro che hanno un’età inferiore ai 40 anni ed hanno un’azienda propria o sono figli di imprenditori e figure analoghe. Le nostre attività sono tendenzialmente legate al mondo della scuola e delle start up che hanno avuto uno sviluppo dovuto principalmente a fenomeni di «social networking», e che si coadiuvano e creano eventi per cercare di favorire l’incontro con le aziende ed il mondo produttivo in generale.
D. In che modo affrontate i problemi della scuola?
R. Storicamente il Gruppo Giovani, al fine di favorire un giusto rapporto tra gli studenti e il mondo del lavoro, va presso le scuole e cerca di diffondere quella che è la cultura d’impresa, ossia le necessità che le imprese hanno quando cercano personale. La scuola per oggetto sociale non riesce a dare quel tipo di informazioni, quindi molto spesso quando ci troviamo a fare dei colloqui troviamo persone impreparate che non sanno relazionarsi con chi vuole loro offrire un lavoro, così ampliamo la conoscenza scolastica su come promuovere se stessi affinché l’addetto alle risorse umane nell’ambito di un colloquio lavorativo possa prendere in considerazione la professionalità di chi si propone. E sebbene la professionalità per un giovane che è entrato da poco nel mondo del lavoro non è in effetti presente, ci sono delle caratteristiche che si possono mettere in evidenza.
D. Da quanto tempo esiste il Gruppo dei Giovani Imprenditori?
R. Da quarant’anni. Il Gruppo fa sempre capo a Confindustria a livello nazionale, e tutte le Confindustrie a livello territoriale hanno le proprie sedi. Il primo presidente nazionale del Gruppo dei Giovani Imprenditori è stato Luigi Abete, nel 1976.
D. Come si svolgono le attività a livello nazionale?
R. Teniamo grandi eventi, come quello di Santa Margherita Ligure e il congresso di Capri, due momenti molto importanti nei quali noi giovani imprenditori portiamo istanze che a volte sono di rottura, a volte sono propositive, cioè chiediamo alla parte istituzionale che cosa vorremmo che il Governo facesse per favorire l’imprenditoria giovanile e, in generale, la crescita del Paese. A livello territoriale cerchiamo di replicare quello stesso modello organizzando eventi che possano stimolare le istituzioni regionali e locali affinché si compia la promozione dell’imprenditori giovanile, tanto è vero che molti risultati li abbiamo ottenuti proprio essendo di supporto all’attività istituzionale dei Governi che quotidianamente ci accompagnano nella nostra vita. Operiamo come Unindustria, che è stata la prima Confindustria a livello locale su base regionale: inizialmente per ogni provincia c’era una Confindustria, mentre ora, con la sparizione delle province e la modifica del titolo V della Costituzione, i nostri senior hanno avuto l’intuizione di ammettere che relazionarsi con l’istituzione locale non aveva più senso perché tantissime funzioni solo sono in capo alla Regione, ed ha creato un’unica Confindustria locale, però su base regionale, spostando sulle Regioni il livello di rappresentanza. Così ad oggi il presidente di Unindustria, attualmente Filippo Tortoriello, porta le istanze di tutti i territori del Lazio direttamente al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, cosa che prima era più difficile perché non era tra i due ruoli riconosciuto lo stesso grado istituzionale trovandosi su due piani diversi, uno regionale ed uno locale. È stata una grande rivoluzione che si riflette anche sul nostro statuto; anche le altre Confindustrie locali si stanno aggregando per innalzare il livello delle relazioni tra Regioni e la Confindustria a livello regionale.
D. All’ultimo vostro recente congresso tenutosi a Capri avete parlato di Amatrice. In che termini?
R. Ne abbiamo parlato formalmente e abbiamo portato avanti la nostra raccolta fondi. Subito dopo il terremoto, con il presidente regionale Fausto Bianchi abbiamo deciso che la nostra associazione benefica «Impresa da bambini» diventasse l’organo interregionale, ovvero nazionale, di raccolta fondi per tutti i giovani imprenditori d’Italia. L’associazione è nata per fare opere di beneficienza all’interno della Regione Lazio. Grazie a questa iniziativa in tutti gli eventi locali, regionali e nazionali del Gruppo siamo in grado di portare avanti la nostra raccolta fondi, e in una lettera il presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marco Gay dichiara che parte di questi fondi andranno ai bambini delle popolazioni terremotate. Stiamo valutando alcuni progetti che ci sono stati proposti. Una volta terminata la raccolta fondi vedremo a quanto ammonterà il nostro budget e ne disporremmo parte a favore di Amatrice, Accumoli e Arquata. A dicembre terremo l’evento «Interregionale del Centro», una «macroconfindustria» che riunisce le 4 regioni centrali Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, e parleremo di alcuni temi anche relativi al sisma, oltre ad effettuare ancora una volta una raccolta fondi da destinare a «Impresa da bambini».
D. Quali progetti specifici avete adottato per Amatrice?
R. Il progetto che è nato subito dopo il terremoto è «Adotta una scuola», attraverso il quale ci impegniamo per apportare benefici all’attività scolastica rivolta specificamente ai bambini. Le cose da fare qui sul territorio sono tante, è chiaro che noi ci dedicheremo ad un piccolo aspetto, il mondo della scuola, ma daremo anche visibilità all’esterno; il 13 settembre in occasione dell’apertura dell’anno scolastico ad Amatrice è venuto il presidente Marco Gay, ed ha incontrato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, il commissario straordinario Vasco Errani, il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, ed è stato un momento di condivisione e di sostegno verso queste popolazioni. In particolare il Gruppo del Lazio ha fatto una buona raccolta e da subito si è attivato il nostro supporto avendo io un contatto con il Coc: il Centro operativo comunale mi indicava le necessità più urgenti e noi provvedevamo, ad esempio nel fornire gasolio, acqua potabile, cartoleria di vario genere per le scuole, frigoriferi e congelatori. Nel giro di 48 ore consegnavamo il tutto. Siamo stati i primi a portare, come Gruppo Giovani di Confindustria, delle cose qui ad Amatrice, e il presidente nazionale è stato il primo a venire qui nei territori a prendere coscienza della portata del sisma.
D. Come avete provveduto alla consegna del materiale alla scuola?
R. C’è stata un’assoluta vicinanza da parte di tutti, ho ricevuto supporto e disponibilità, è stato un movimento spontaneo venuto dal cuore verso le popolazioni colpite, e quando abbiamo consegnato i giocattoli ai bambini è stata un cosa stupenda e commovente. Il mio lavoro è stato quello di organizzare e di seguire l’evolversi delle situazioni, quindi coordinare al più possibile le richieste che venivano dal Coc e poi, con l’apertura dell’anno scolastico, procedere alla raccolta dei giochi e fare sì che tutto potesse funzionare. Trascorrevo ad Amatrice quattro giorni a settimana per vedere come procedevano i lavori a scuola.
D. Avete coinvolto il sindaco?
R. Sergio Pirozzi sarà ospite a Capri in videoconferenza, perché l’idea è quella di mantenere l’attenzione alta su queste zone, anche perché la fase post terremoto non è finita, anzi, è appena iniziata.
D. Quanti giovani siete?
R. Sul Lazio siamo circa 220 iscritti, ma siamo tutti coinvolti, non solo noi del Lazio.
D. Lei, aquilano, ha vissuto due terremoti. Ha notato delle differenze particolari?
R. Differenze non ce ne sono, noto solo una grandissima forza di volontà e un carattere forte delle popolazioni, anche se la ricostruzione sarà un processo che li accompagnerà per molto tempo.
D. Per quanto riguarda la prevenzione cosa ha da dire?
R. Sulla prevenzione io auspico che parta il progetto di Casa Italia, che è stato ipotizzato e che è necessario. Se per le macchine ogni quattro anni è obbligatoria la revisione, perché non dovrebbe esserlo anche per la casa? Questo è il dilemma che si è posto il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, in realtà è una cosa di buon senso perché bisogna creare la cultura della sicurezza, bisogna avere la coscienza che la casa in cui viviamo è a tutti gli effetti sicura.
D. Sono i giovani che devono maggiormente inserirsi in questo processo di evoluzione culturale.
R. Se noi siamo ancora di più parte diligente in questo percorso, sicuramente la generazione che verrà dopo noi ne avrà giovamento.
D. Ma non si capisce perché questo non è stato ancora fatto.
R. Guardiamo avanti. Io non guardo nello specchietto retrovisore. Non è stato fatto? Va bene, ma guardiamo avanti. Non significa che da oggi non si possa fare.
D. Le istituzioni hanno reagito bene dal suo punto di vista?
R. Sì, ritengo ci sia stata una buona risposta e si sente che c’è una grande sensibilità, e questo aiuta.