RIPENSARCI COME I CORNUTI

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RIPENSARCI COME I CORNUTI. Il mio ginecologo tempo fa mi ha detto: «Se ti ha tradito, chiudi subito»: aveva ragione. «Ma io l’amo!», ho risposto io mentre lui ritirava l’ecografo con un colpo secco. Una volta fuori dal suo studio, ci ho ripensato «come i cornuti» ed ho immaginato di essere tradita. Ho replicato dentro di me le vicende di un tradimento per immedesimarmi nel tradito: mi si è gelato il sangue. Ho riflettuto attentamente sino a giungere ad una conclusione, forse azzardata, ma di effetto certo: scoperto il tradimento, bisogna tradire per pareggiare. Solo dopo aver «pareggiato» il tradito troverà conforto e potrà avere un confronto alla pari. Perché applico la legge del taglione? Il livore può essere tale e giustificato nel tradito da non consentire più un dialogo fra i due: il tradito «odia». Per quanto possa apparire immaturo, ribattere con un colpo alla pari (nella metafora o fuor di metafora) è una soluzione eccellente per il tradito che si pone, così, «allo stesso livello» dell’altro, pareggiandosi per far cessare il doloroso stato di dissonanza cognitiva ed emotiva in cui versa. Se ieri commentavo che l’indifferenza è uno sgambetto, non un pugno (a questo link), oggi dico: il tradimento è un pugno, non uno sgambetto, e con un pugno è necessario rispondere. Boxe, è la base per ricominciare. Ora procediamo a parlare dell’altezza.

Se si è traditi si ha un’alternativa al tornare insieme che è molto plausibile e, nella maggior parte dei casi, necessitata: provare rabbia e con l’uso di essa lasciare subito. Perdere tempo, prorogare, temporeggiare non fanno che consolidare una dipendenza. Il traditore punta il dito contro il tradito e sembra che sia quest’ultimo a dover chiedere scusa: non è così. Non serve fare l’inventario delle colpe o imputare l’azione alla monotonia stagnante del rapporto: l’assenza di lealtà ha, ormai, logorato per sempre il rapporto, perché nessuno cambia davvero, l’infedele continuerà a mentire, tradire, incolpare. Dare un colpo d’ascia, inutile fare un patchwork con i pezzi rimasti della relazione, ne verrà una coperta che non arriva ai piedi. Ammetto di essere drastica sull’argomento, molti direbbero di avere una mentalità più moderna poiché accettano il tradimento e ammettono relazioni aperte. Anche io le ammetto, quando concordate. «Un tradimento, che sarà mai?», commentano alcuni quando non sono loro ad essere traditi. Lealtà è la parola chiave per accettare anche la modernità più estrema.

Il tradimento in sé e per sé non è mai causato dal tradito se non nelle narrazioni di eteroattribuzione, dove il traditore legittima il proprio atto come fosse ineluttabile: l’azione del tradimento ha una causa a sé stante, che è l’intenzione del tradimento e che si rinviene nell’atto stesso dell’ingannare, non altra, prescindendo dalle motivazioni fattuali e dalle circostanze espresse nella coppia. Anche quando confessa il tradimento, l’infedele sta manipolando l’altro poiché, pur essendo sincero, non è leale, e confessare gli serve a scaricare le proprie angosce, i sensi di colpa, le responsabilità sull’altro. Lo scaricabarile che il traditore compie costituisce un secondo tradimento. Negli abissi di una solitudine nascente e improvvisamente tanto palpabile per il tradito, un pendolo tra odio e perdono si tradurrà in paura e insicurezza dinnanzi a una relazione dai caratteri ormai indefiniti e incerti che grida: «Avreste dovuto lasciarvi prima!».

Fuggire! Chi mente una volta può farlo sempre. Chi tradisce una volta può farlo sempre. L’arte del mentire è proporzionata all’opportunismo del volere mantenere una relazione stabile da un lato e, perché quest’ultima funzioni, una relazione adultera dall’altro, quando questa non si esaurisca dopo la scoperta. Nel mio libro AMORE MIO TU SOFFRI ho parlato delle possibilità che il tradimento dà per una reidentificazione delle due parti della coppia, tanto da poter essere, in rare circostanze, anche foriero di buone conseguenze, a tratti migliorative dell’amore tra i due. Non voglio rompere le uova nel paniere agli psicologi né tantomeno a me che nel mio libro ho scritto anche dei vantaggi che il tradimento porta alla triade infedele-tradito-amante, ma solo mentre mi immedesimavo nella parte del tradito ho provato panico e angoscia, negli altri due casi ho foraggiato l’evento tradimento, mi sono sentita forte, mi sono sentita leggera. E questo non garantisce la parità ai tre soggetti, rende iniqua la sperequazione al punto da dare un bonus al tradito: tradisca lui ora. Poi basta.

Romina Ciuffa, 18 aprile 2025

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