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SUL PEZZO

PER RICONQUISTARTI NON FARÒ NULLA

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PER RICONQUISTARTI NON FARÒ NULLA

Per riconquistarti non farò il bello e il cattivo tempo,
per riconquistarti. Lascerò che le stagioni seguano il proprio corso.
Non influenzerò nemmeno un elemento.
Il sole non sarà essenziale
perché non è con il sole che ti riconquisterò né con il mare.
Non ti riavrò su una carrozza trainata da cavalli neri
sulla spiaggia, non ti darò l’amor cortese né, saggia,
sparirò per farti sentire l’aspro suono del mio silenzio.
Eviterò persino di compiacerti, di piacerti,
per la mia antipatia mi amerai, e i miei deserti. Se deve piovere, pioverà. Molto. Troppo.
Non troverai negri a vendere ombrelli,
durante l’acquazzone i cornicioni riparatori saranno improvvisamente assenti
e spariranno i duomi.
Più probabilmente sarà con la tempesta e i tuoni che ti verrò a prendere
per portarti via come un uragano fa.
Augurati belle giornate se non mi vuoi
perché di belle giornate non ho bisogno
per riaverti.
Auspica.
Per riconquistarti non citerò una banale luna solo perché piena, o calante, o crescente,
o bianca, o eterea, né mi stringerò
al fugace erroneo mal interpretato ti amo
dei tuoi occhi che, terrorizzati, guardano i miei mentre a riferimento hanno i nuovi che quotidianamente
si aprono su di te che mi sarai padrona.
Non ricorderò l’Arena di Verona,
troppo stretta per contenere la mia serenata,
non ti porterò cannoli siciliani
e men che mai una cassata,
non cucinerò sassi che hai già ingoiato,
non correrò, fretta non avrò,
e non sarò brillante, mi troverai struccata,
non lavata,
con indosso uno straccio qualunque
e le labbra non bagnate del bacio di un’altra.
Una musica sgradevole,
uno snack bar di provincia
e, al bancone, una vecchia testarda
che non sa fare caffè.
Non mi rifarò, per riconquistarti, né ai grandi
né ai piccoli poeti, non mi illuminerò di immenso e tantomeno su un ermo colle l’orizzonte da una panchina cercherò
infastidita da una siepe, né – amore, amore – vorrò coprirti di fiori e d’insulti,
non sarò affatto come quella foglia sul nudo ramo che un prodigio ancora tiene attaccata, e non sola né pensosa i più deserti campi
andrò misurando a passi tardi e lenti.
Non sarà neanche lì che tu mi ritroverai.
Mi ritroverai dove muoiono i poeti e le parole,
e accadrà molto prima che tu possa dire sì, ti amo, è nel no, non ti amo, che dirai ti amo.
Per riconquistarti non ti chiederò nulla,
sarò solo la presenza costante delle strade
sotto i passi che compi per tornare.

Romina Ciuffa, 2016
pubblicata in “Rassognazione”, https://www.booksprintedizioni.it/libro/Poesia/rassognazione

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